Farsa giocosa in un atto di G. Rossini su
libretto di G. Foppa. Fu rappresentata per la prima volta al teatro San
Moisé di Venezia nel gennaio 1813, riscuotendo un clamoroso insuccesso.
Secondo l'aneddotica fiorita intorno a questo lavoro, l'impresario aveva
consegnato a Rossini, allora ventiquattrenne, un libretto orribile, sul quale il
musicista, per vendicarsi, aveva costruito una partitura estrosa e provocatoria
che il pubblico non gradì affatto. Tra le invenzioni escogitate da
Rossini c'è, per esempio, una marcia funebre inserita inopinatamente nel
mezzo di un'azione comica. In realtà il
S.
B. è un
capolavoro nel quale il compositore pesarese innovò rispetto alle
convenzioni scenico-musicali del Settecento, introducendo un fraseggio melodico
che stava già assumendo quel carattere romantico che sarà
sviluppato, qualche tempo dopo, da Donizetti e Bellini. Tra le pagine migliori:
la cavatina di Gaudenzio
Nel teatro del gran mondo, l'aria e il
recitativo di Sofia
Ah! Donate il caro sposo, la Sinfonia. La vicenda
è imperniata sull'amore tra Sofia (soprano) e Florville (tenore). La
ragazza è stata però promessa in sposa dal suo tutore Gaudenzio
(basso buffo) a un certo Bruschino (tenore), il quale è tenuto in
ostaggio nella locanda di Filiberto (basso) a causa di un debito non pagato.
Poiché Gaudenzio non conosce personalmente Bruschino, Florville gli si
presenta nei panni del promesso sposo. Ma i guai cominciano quando il signor
Bruschino padre, arrivato in casa di Gaudenzio, scopre l'inganno. Le cose si
complicano ancora, ma alla fine tutto si risolve: Sofia si unisce a Florville e
Gaudenzio si riconcilia con la coppia felice.